E’ vero, tutti lo sanno: Google si chiama così perché i suoi fondatori, brillanti studenti dell’Università di Stanford, vollero giocare con le parole e richiamare il vocabolo inglese goggles, ossia un qualunque paio di “occhialini” (sportivi, militari, da lettura), in modo da creare un motore di ricerca per scrutare meglio e nel dettaglio la vastità della rete e guardarla, così, da vicino.
Stavolta, però, le lenti di Google hanno esagerato, e si sono spinte anche dove non si poteva.
Pare, infatti, che i programmatori di Mountain View,Louis Vuitton Speedy, attraverso un escamotage non consentito, abbiano fatto in modo di registrare tutte le ricerche web degli utenti Apple, monitorandone, in questo modo i gusti, le scelte, gli acquisti,Louis Vuitton Viaggio, le informazioni, i bisogni, gli spostamenti e quant’altro.
A sostenerlo è la Commissione federale per il commercio degli Stati Uniti (FTC), ente governativo il cui motto è “protecting America’s consumers“, che dopo aver intrapreso nei confronti dell’azienda un’istruttoria formale per accertare i fatti, ha raggiunto con la stessa un accordo, comminandole una “multina” di “soli” 22,5 milioni di dollari, ad un soggetto economico privato.
Nello specifico, secondo quanto emerso dall’indagine dell’FTC, al centro della vicenda starebbe la creazione di un “cookie” da parte di Google che avrebbe “aggirato” le opzioni di sicurezza di Safari. I cookies, come noto, sono codici della navigazione web che, essendo installati in tutti i siti internet, intercettano, per così dire, il visitatore, registrandone il passaggio e consentendo di tracciare il suo percorso su e giù per la rete.
Grazie a qualche trucco top secret, i tecnici di Google sarebbero riusciti, pertanto, ad installare dei cookie nascosti, in grado di intrufolarsi silenziosamente all’interno di Safari senza che il browser rilevasse una intrusione nelle impostazioni per la privacy. Risultato: una bella indagine di mercato occulta e gratis, all’insaputa dei milioni di utenti Apple che, navigando dal proprio iPhone, Mac, o iPad,Louis Vuitton Italia, avrebbero consegnato ai?Google-spioni valanga di dati.
Qualche tempo fa, il web-colosso aveva dichiarato in tutta fretta che i cookie erano stati tutti rimossi, che nessuna informazione?di carattere personale era stata acquisita attraverso la loro installazione e che, anzi, quegli stessi cookie non avevano lo scopo di evitare i blocchi per la privacy di Safari; ciò,?malgrado la multa salata e nonostante gli accertamenti effettuati dalla Commissione per il commercio.?Liberi di crederci o meno, gli utenti del web non hanno potuto fare a meno di sollevare qualche dubbio sui profili etici del comportamento di “big G“, che peraltro proprio in questi giorni sta diffondendo la propria iniziativa Legalise Love, a favore della lotta a qualunque omofobia sui luoghi di lavoro, facendosi portabandiera della parità di genere ().
Come a dire, se da un lato l’etica dell’azienda non è in dubbio, dall’altro, forse, la stessa integrità morale ha scricchiolato, di fronte alla tentazione di uno spionaggio industriale fatto in casa, poco ortodosso ma potenzialmente molto,Louis Vuitton Sito Ufficiale, molto redditizio, con buona pace della privacy di molti.